mercoledì 30 settembre 2009

CGIL Nazionale: La CGIL aderisce alla manifestazione 'Uguali', Liberi e eguali in dignità e diritti, a Roma il 10 ottobre

Scritto da CGIL.it
30 settembre 2009 alle 17:46



La CGIL aderisce alla manifestazione 'Uguali', Liberi e eguali in dignità e diritti, a Roma il 10 ottobre
La CGIL aderisce alla manifestazione “Uguali", Liberi e eguali in dignità e diritti, convocata a Roma per il 10 ottobre in reazione a un clima violento che, soprattutto negli ultimi mesi, ha prodotto una sequenza ravvicinata di atti criminosi contro gay, lesbiche e trans, ha colpito gli immigrati, ha perseguitato e offeso le donne con tremendi retaggi patriarcali.

Manifesteremo ancora una volta per la piena attuazione del principio di uguaglianza sancito dalla Costituzione, per impegnare le istituzioni a mettere in campo azioni positive in opposizione al pregiudizio, interventi legislativi, informativi, formativi e culturali.

Contro la discriminazione per orientamento sessuale e identità di genere riteniamo che la pari dignità non possa esaurirsi in sterili enunciazioni e saltuarie, piccole concessioni, né che possa limitarsi alla militarizzazione, nel presidiare sedi e locali con telecamere e camionette, ma che debba impegnare finalmente il nostro Stato nel riconoscimento giuridico di tutte le famiglie e nella piena integrazione delle persone transgender.

Non c’è rispetto possibile senza l’accesso ai diritti individuali, associativi e di coppia per tutte le persone e una legge contro l’omo-transfobia, sostenuta da una forte campagna di comunicazione contro l’intolleranza, sia soltanto il primo, anche se importante, passo.

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venerdì 18 settembre 2009

Scritto da CGIL.it
venerdì 18 Settembre 2009
Contro la violenza omofobica

Capita di scrivere di crimini, di odio, proprio in un momento in cui l’emotività generale è tragicamente polarizzata sull’ennesima strage a Kabul, che questa volta rapisce anche militari italiani: ancora sopruso e morte e non è di conseguenza fuori argomento parlare di omofobia e transfobia.

Si è usato spesso in questi giorni un termine come recrudescenza, ma fino a che punto è tale? La violenza omofoba e transfobica, conseguenza di ignoranza, oscurantismo e fondamentalismi di varia natura e gradazione, non è di adesso e non si è mai fermata.

“Non ho niente contro l'omosessualità”, si sente dire, ma nella vita reale il disprezzo e l’irrisione per un diverso orientamento sessuale o per l’espressione di una complessa identità di genere non ha mai trovato tregua e non ne conoscerà, soprattutto perché sempre meno le persone sono disposte a subire, a tacere e a nascondersi e non solo nel giorno dei Pride.

Gli assalti organizzati ai luoghi gay, lesbici e trans, la coltellata all’angolo di strada, gli insulti grossolani e sanguinosi, convergono sempre più con la decisione di alcuni di "gridarsi al mondo” per far valere le proprie indisponibili ragioni. A complicare l'intreccio è la diffusa regressione culturale, il torpore sociale e civile, la mediocrità della politica, la posizione ufficiale e tradizionale della Chiesa: un tempo, l’omosessualità era dannata come peccato contro la specie, contro l'imperativo della riproduzione e così tutto è rimasto. Quando, nel gennaio del ’98, dopo una terribile agonia, morì a Roma, suicida in piazza S. Pietro per dissenso e ribellione, il poeta gay siciliano Alfredo Ormando, non una parola di umana pietà uscì dai sacri palazzi e, di fatto, anche il suicidio può essere accolto nel lungo elenco delle vittime dell’omofobia e della transfobia.

Nei giorni scorsi, dopo i noti fatti di sanguinosa intolleranza, a Roma il Sindaco della destra catto-integralista Alemanno si è recato in pellegrinaggio al Gay Village, con molte telecamere e una solidarietà d’ufficio, pelosa assai: no al registro delle unioni civili, no al riconoscimento di qualsivoglia diritto a gay, lesbiche e trans, chiaro che ogni forma di violenza sarà tuttavia condannata, sai che sforzo!

Si sostiene oggi l’importanza di reagire alla degenerazione violenta descritta dalla cronaca con una legge contro l’omofobia e se ne parla in termini di rimedio decisivo e salvifico: già in altre occasioni era parso necessario che l’omofobia rientrasse formalmente e visibilmente fra i crimini sanzionati dalla legge italiana, occasioni in cui tuttavia era parso a un certo punto “opportuno” pavidamente soprassedere per non “urtare delle sensibilità” e mi riferisco all’ultimo governo di centro-sinistra.

La legge contro l’omofobia sarebbe assolutamente benvenuta e utile, ma certamente non rimedierebbe di per sé a tanti antichi, gravissimi problemi di convivenza, dato che è fin troppo chiaro che l'omofobia e la transfobia saranno sconfitte quando vi sarà per tutti, cittadini e cittadine, una piena parità di accesso ai diritti e quando saranno del tutto rispettate le libertà personali.

Infine, dopo tante omertà e tanti tradimenti della politica e delle istituzioni, vogliamo concentrarci sulla speranza che apre la bella dichiarazione del Presidente Napolitano, secondo il quale “La lotta contro ogni sopruso ai danni delle donne, contro la xenofobia, contro l’omofobia fa tutt’uno con la causa del rifiuto dell’intolleranza e della violenza, in larga misura oggi alimentata dall’ignoranza, dalla perdita dei valori ideali e morali, da un allontanamento spesso inconsapevole dei principi su cui la nostra Costituzione ha fondato la convivenza della nazione democratica”.

lunedì 14 settembre 2009

Per ridere un po'

Berlusconi? Un filone di pane

Incredibile ma vero, oggi dal fornaio

Cliente 1: Buongiorno quel filone, per favore
Panettiere: "U Berlusconi?"
Cliente 1: Berlusconi?
Cliente 2: Sì, sì lo chiamiamo così, "U berlusconi"
Cliente 1: e perchè? Berlusconi un "pezzo di pane" non direi proprio!
Panettiere: Signora, "picchi nun sapemu prima comu pigghiallu a muzzicuna!!!!"