Settembre
è arrivato. La scuola è già cominciata. E l'incubo, per studenti e
genitori, dei compiti e dei temi in classe è vicino. Meglio non
farsi cogliere impreparati, sopratutto se certe conoscenze riguardano
regole che si
sarebbero dovute assimilare tra il primo e il quinto anno di scuola
elementare. Un aiuto ci arriva da
internet. Si tratta di una sorta di
schema dal titolo "Impara a scrivere in Italiano
o FOTTITI" ove sono elencati ed esemplificati gli errori
grammaticali e ortografici più comuni. Circola in rete ormai da tre anni e da uno viene condiviso da quei facebooknauti che di fronte a
certi strafalcioni non si sentono di alzare bandiera bianca. Eppure
"Impara a scrivere in Italiano o FOTTITI" non è l'unica
crociata combattuta in rete in difesa della lingua italiana.
Ricordare qualcuna di queste battaglie potrebbe essere l'occasione per rispolverare in modo divertente la nostra grammatica e scovare gli errori più comuni e subdoli. Una sorta di caccia all'errore. Attenzione, si comincia.
«Ragioniere,
batti?», «Ma come
geometra, mi da del tu?» «No ragioniere, batti
lei, è congiuntivo».
E fu così,
per reazione a dialoghi come questo, che nacque nel 2006 il SIC. Ma
ad essere ignorato o sconosciuto ci si accorse che non era solo il
verbo e il suo modo congiuntivo. Anche il pronome necessitava di
protezione. << Qual'è
il gelato preferito da Maria?>>, << Uhmm, gli
piace il gelato al limone.>> . E così fu la volta del SIP.
Non erano
arrivati ancora i social network e, come è noto, essendo noi
italiani, perlopiù un popolo che “legge poco e scrive ancora meno”
qualcuno si era illuso che tutte le altri parti del discorso, nome,
articolo, avverbio..., non necessitassero di alcuna crociata in loro
difesa.
Poi arrivò
Facebook e, volenti o nolenti, se non altro per restare in contatto
con le persone della propria vita, ci siamo decisi a scrivere. A
scrivere? Insomma, a mettere nero su bianco qualche frase. Che
disastro! Altro che congiuntivo, ad essere ignorate dai
facebooknauti, molti dei quali diplomati, laureati e “masterizzati”,
sono le più elementari regole della nostra grammatica.
Un infinità
di strafalcioni stavano lì, al loro posto, da sempre, anche se
imboscati e resi irriconoscibili dall'uso della comunicazione orale.
Verifichiamo: << Ma come geometra, mi da
del tu?>> e << Qual'è
il gelato preferito da Maria? >> . Ve ne eravate già accorti,
vero? Domande corrette se dette, errate se lette. Impossibile
altrimenti accorgersi di quel terribile “qual'è” con
l'apostrofo e di quel “da” senza accento? Nessuna giustificazione
ovviamente per quel " gli piace" al posto di " le
piace".
Non c'era
più tempo. Bisognava salvare la lingua italiana e le sue regole. E
fu allora che cominciò a circolare in rete e sulle migliori bacheche
di Facebook “ Impara a scrivere in Italiano o FOTTITI”.
Contiene
strafalcioni del tipo: c'è ne sono,
c'è la fai, non c'è la faccio, non c'è l'ho, c'è l'abbiamo. Ma
anche hanno di nascita,
ha usare e
sostantivi del tipo gestazzione,
aereoporto e metereorologia.
Per non tralasciare proprio nulla nello schema viene anche ricordato
vivamente di scrivere sì (cioè
il contrario di no) con
l'accento. Eppure c'è un errore che viene commesso con una certa
frequenza da grandi e piccini e che su Impara
a scrivere in Italiano O FOTTITI
non trovate. Si tratta dell'articolo indeterminativo. Sembra che sia
sufficente, ops sufficiente, che il sostantivo cominci per vocale per
scrivere: un'orologio, un'aquilone,
un'albero
oppure (come ho scritto sopra) un
infinità di strafalcioni,
notato vero?
E se sei
siciliano ricorda
Sì NO
il nero sfina il nero sfila
gridare buttare voci ( nessuno le raccoglierebbe)
non sono
capace non mi fido
contaggiare immischiare ( il raffreddore p.es)
difettosa difettata ( la maglietta p. es.)
stranire stranizzare
ci si va? si ci va?
voce rauca voce tirata
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