venerdì 10 maggio 2013

Gli errori e gli orrori degli italiani su Facebook


Settembre è arrivato. La scuola è già cominciata. E l'incubo, per studenti e genitori, dei compiti e dei temi in classe è vicino. Meglio non farsi cogliere impreparati, sopratutto se certe conoscenze riguardano regole che si sarebbero dovute assimilare tra il primo e il quinto anno di scuola elementare. Un aiuto ci arriva da internet. Si tratta di una sorta di schema dal titolo "Impara a scrivere in Italiano o FOTTITI" ove sono elencati ed esemplificati gli errori grammaticali e ortografici più comuni. Circola in rete ormai da tre anni e da uno viene condiviso da quei facebooknauti che di fronte a certi strafalcioni non si sentono di alzare bandiera bianca. Eppure "Impara a scrivere in Italiano o FOTTITI" non è l'unica crociata combattuta in rete in difesa della lingua italiana.

Ricordare qualcuna di queste battaglie potrebbe essere l'occasione per rispolverare in modo divertente la nostra grammatica e scovare gli errori più comuni e subdoli. Una sorta di caccia all'errore. Attenzione, si comincia.



«Ragioniere, batti?», «Ma come geometra, mi da del tu?» «No ragioniere, batti lei, è congiuntivo».
E fu così, per reazione a dialoghi come questo, che nacque nel 2006 il SIC. Ma ad essere ignorato o sconosciuto ci si accorse che non era solo il verbo e il suo modo congiuntivo. Anche il pronome necessitava di protezione. << Qual'è il gelato preferito da Maria?>>, << Uhmm, gli piace il gelato al limone.>> . E così fu la volta del SIP.
Non erano arrivati ancora i social network e, come è noto, essendo noi italiani, perlopiù un popolo che “legge poco e scrive ancora meno” qualcuno si era illuso che tutte le altri parti del discorso, nome, articolo, avverbio..., non necessitassero di alcuna crociata in loro difesa.
Poi arrivò Facebook e, volenti o nolenti, se non altro per restare in contatto con le persone della propria vita, ci siamo decisi a scrivere. A scrivere? Insomma, a mettere nero su bianco qualche frase. Che disastro! Altro che congiuntivo, ad essere ignorate dai facebooknauti, molti dei quali diplomati, laureati e “masterizzati”, sono le più elementari regole della nostra grammatica.
Un infinità di strafalcioni stavano lì, al loro posto, da sempre, anche se imboscati e resi irriconoscibili dall'uso della comunicazione orale. Verifichiamo: << Ma come geometra, mi da del tu?>> e << Qual'è il gelato preferito da Maria? >> . Ve ne eravate già accorti, vero? Domande corrette se dette, errate se lette. Impossibile altrimenti accorgersi di quel terribile “qual'è” con l'apostrofo e di quel “da” senza accento? Nessuna giustificazione ovviamente per quel " gli piace" al posto di " le piace".
Non c'era più tempo. Bisognava salvare la lingua italiana e le sue regole. E fu allora che cominciò a circolare in rete e sulle migliori bacheche di Facebook “ Impara a scrivere in Italiano o FOTTITI”.
Contiene strafalcioni del tipo: c'è ne sono, c'è la fai, non c'è la faccio, non c'è l'ho, c'è l'abbiamo. Ma anche hanno di nascita, ha usare e sostantivi del tipo gestazzione, aereoporto e metereorologia. Per non tralasciare proprio nulla nello schema viene anche ricordato vivamente di scrivere (cioè il contrario di no) con l'accento. Eppure c'è un errore che viene commesso con una certa frequenza da grandi e piccini e che su Impara a scrivere in Italiano O FOTTITI non trovate. Si tratta dell'articolo indeterminativo. Sembra che sia sufficente, ops sufficiente, che il sostantivo cominci per vocale per scrivere: un'orologio, un'aquilone, un'albero oppure (come ho scritto sopra) un infinità di strafalcioni, notato vero?



E se sei siciliano ricorda
Sì                                   NO
il nero sfina                il nero sfila
gridare      buttare voci ( nessuno le raccoglierebbe)
non sono capace          non mi fido
contaggiare          immischiare ( il raffreddore p.es)
difettosa              difettata ( la maglietta p. es.)
stranire                       stranizzare
ci si va?                      si ci va?
voce rauca                  voce tirata

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