sabato 3 luglio 2010


Termini Imerese. Nuovi percorsi pedagogici
Peer education: promozione e prevenzione
Un modello educativo per rendere i giovani soggetti attivi della propria formazione.
Nell’educazione tra pari non sono più gli adulti a trasmettere valori, contenuti: sono i
ragazzi stessi a confrontarsi fra loro imparando l’uno dall’altro. Questa pratica diviene
una occasione per il singolo di scambiarsi informazioni, ricostruire problemi ed ipotizzare
autonome soluzioni, contribuendo alla scelta di stili di vita positivi e salutari. Il Progetto
Ceasa, che durerà fino al 2012, prevede nel triennio la realizzazione di 15 campus ai
quali potranno partecipare gli studenti delle terze classi degli Istituti secondari superiori


Sono 60, hanno perlopiù 16 anni e sono i futuri facilitatori del benessere del nostro territorio. Si sono formati nei primi due campus educativi organizzati dal Centro Educazione Alla Salute Adolescenti (C.E.A.S.A) nell’ambito dell’attuazione del progetto di peer education ideato e proposto dal dott. Antonino Artese, sociologo dell’Azienda Sanitaria Provinciale (ASP). Gli studenti delle terze classi del liceo classico e psicopedagogico, del liceo scientifico e dello Stenio di Termini Imerese sono stati i protagonisti di questa originale esperienza. Tra le primissime realtà di questo genere in Italia, il progetto CEASA è un fatto assolutamente nuovo in ambito provinciale e regionale, nel panorama delle proposte qualificate per gli adolescenti e l’esperienza dei campus formativi è una proposta pedagogica che trova analogie formative e di prevenzione attiva solo nell’AUSL Toscana di Grosseto”. Per la sua originalità il progetto ha ottenuto i consensi di tutti gli attori coinvolti, sia del settore pubblico che privato. L’Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Termini Imerese Anna Amoroso, il dott. Giuseppe Abbate direttore del Distretto sanitario di Termini Imerese, il dott. Lillo Napoli della Soat di Misilmeri, ma anche i dirigenti scolastici dei tre istituti coinvolti, il prof. Fausto Clemente dello scientifico Palmeri, il prof. Antonino Militello dello Stenio ed il prof. Gianfranco Di Stefano dell’istituto psicopedagogico Ugdulena, hanno scommesso sin dall’inizio sull’efficacia pedagogica della proposta, ponendo in essere ogni utile iniziativa per la realizzazione del progetto Ceasa. Si tratta di un centro di animazione educativa per la prevenzione delle dipendenze, dei comportamenti a rischio, la promozione del benessere e del protagonismo adolescenziale, attuato mediante “Campus” residenziali volti alla formazione di peer educator, educatori tra pari. La Peer Education - o educazione tra pari - è un modello educativo che mira a rendere i giovani soggetti attivi della propria formazione, coinvolgendoli in un modo di operare completamente diverso da quello individuato dai tradizionali metodi di formazione. Con la Peer Education non sono più gli adulti a trasmettere valori, contenuti, esperienze: sono invece i giovani stessi a confrontarsi fra loro imparando l’uno dall’altro. Questa pratica diviene una vera e propria occasione per il singolo giovane per scambiarsi informazioni, ricostruire problemi ed ipotizzare autonomamente soluzioni, contribuendo alla scelta di stili di vita positivi e salutari. La selezione dei giovani studenti partecipanti al campus, i futuri peer educator del progetto, è avvenuta attraverso metodiche e tecniche consolidate, alcune delle quali adottate dal noto medico dott. Alberto Pellai. Il Progetto Ceasa, che durerà fino al 2012, prevede nel triennio la realizzazione di 15 campus, 5 ogni anno, della durata di 5 giorni continuativi, ai quali potranno partecipare gli studenti delle terze classi degli Istituti secondari superiori ed i loro coetanei dei centri urbani minori, appartenenti al distretto socio-sanitario n.37. Ma l’iniziativa si propone un obiettivo più generale ed ambizioso: attivare il progetto anche nel resto del comprensorio mediante il coinvolgimento di altri Comuni e altre istituzioni; in primis la Provincia Regionale di Palermo che, nella persona dell’assessore alle Politiche Sociali Porretta si è impegnata, bilancio permettendo, di sostenere le spese per la realizzazione di un intero campus. E ancora, come spiega il dott. Giuseppe Abbate neosindaco del comune di Lascari, “tra gli obiettivi delle prossime fasi figura la costituzione di un’associazione territoriale dei peer educator; una sorta di sodalizio pedagogico che riunirà tutti i ragazzi che via via verranno formati e che intende essere una palestra di protagonismo adolescenziale che, pur centrato sulle tematiche della salute e della prevenzione, potrà al contempo essere laboratorio e fucina di spazi giovanili centrati su stili di vita attivi”. Le attività realizzate nei campus, mirate fondamentalmente al soddisfacimento dei bisogni e allo sviluppo delle potenzialità dei giovani partecipanti, intendono far acquisire agli adolescenti quelle abilità (skills) indispensabili per “operare efficacemente nella vita”. Circle time, attivazioni emotive, giochi di ruolo, brainstorming, escursioni naturalistiche, laboratori del gusto, proiezioni di video sono solo alcune delle attività svolte dai giovani nel campus. Anche i temi affrontati nell’arco di questi cinque giorni, prevalentemente di interesse adolescenziale, hanno lo scopo di sviluppare quelle doti che consentono a tutti di riuscire bene negli aspetti pratici della vita. Tra le life skills (abilità di vita) maturate durante il campus, Marco Micale, uno dei giovani partecipanti, afferma nel sito www.politicatermitana.it, di avere avuto modo di mettere a frutto qualcuna di queste capacità, come l’arte di affrontare e risolvere i problemi (Problem Solving) e la capacità di affrontare in modo flessibile ogni genere di situazione (Creatività). E spiega, sottolineando apprezzamento per quanto appena vissuto, che “l'esperienza del campus va ben oltre il semplice e sterile indottrinamento, passando per una serie di laboratori, giunge a far crescere il giovane guidandolo verso una reale presa di coscienza di se e del mondo che gli sta intorno incentivandolo ( e dandogli i mezzi) a sbracciarsi per cambiare le cose che nella sua realtà non vanno.” Stesso entusiasmo è stato espresso nel diario di bordo (una sorta di libro-cronaca dell’evento) dagli operatori, dalle tutor e dai docenti coinvolti nella vita del campus, e questi ultimi sono stati ben contenti di oltrepassare i limiti della loro missione tradizionale per il raggiungimento di un fine così produttivo. “Molto entusiasmo e voglia di costruire scenari nuovi - ha affermato l’ Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Termini Imerese, Anna Amoroso,- abita nelle menti e nei cuori di tutti coloro che hanno vissuto questa esperienza e rappresenta la condizione necessaria per il raggiungimento di ulteriori positivi e fertili risultati. La presenza dei tanti al momento conclusivo del secondo campus è metro di attenzione e di coinvolgimento”. Un ruolo altresì indispensabile per l’attuazione e la buona riuscita delle attività attuate nei campus è stato svolto dalla Sezione di Palermo del CAI, dall’Associazione di volontariato Amici di San Felice e dalla cooperativa “Nuova Generazione” di Trabia i cui servizi logistici, ricettivi e organizzativi sono stati determinanti. Al termine del campus educativo ad ogni partecipante viene rilasciata la certificazione prevista per il riconoscimento del credito formativo, ma non sono stati dati voti nel corso delle attività perché, come ricorda il grande psicologo statunitense Daniel Goleman, la vita stessa sarà l’esame finale.


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