domenica 14 dicembre 2008

Etichette di antica pasta




Termini Imerese
Etichette di antica pasta
I cartoncini pubblicitari dello
stabilimento Di Cola & Figli in vendita
su E-bay e nei mercatini



I prodotti dello Stabilimento di paste alimentari Giovanni Di Cola & Figli non sono più sul mercato da oltre 50 anni. A ricordarne la produzione restano ancora poche etichette e serigrafie e qualche esemplare di packaging in vendita su E-bay e nei mercatini dell’usato. E l’antico mulino di via Libertà. Che si cerca di far vincolare.

Che una bella etichetta possa decretare il successo di un prodotto commerciale e soprattutto indurre i consumatori all’acquisto del manufatto sponsorizzato è noto a tutti; ma che questa possa riuscire ad attrarre i consumatori e ad invogliarli alla scelta per fini che esulano dal proprio valore d’uso è una vera sorpresa. E’ il caso del marchio pubblicitario dell’ex pastificio Di Cola, fondato a Termini Imerese nel 1861.
In mostra sui diversi stand del mercatino dell’usato di piazza Marina di Palermo, in un mercato in cui ci si afferma solo se si ha una certa visibilità e una immagine accattivante, le etichette dell’ex stabilimento termitano catturano l’attenzione anche di collezionisti.
Si tratta di una bella etichetta, realizzata dallo Stat. Arti Grafiche A. Bernardi di Verona, ricca di identità e di quello che nel linguaggio commerciale e del marketing viene definito sale appeal, indispensabile per trasmettere una buona immagine aziendale e per l’affermazione della produzione sul mercato.
Il corpus del cartoncino, un rettangolo orizzontale dai colori molto caldi e brillanti, presenta un riquadro in cui la scena e i colori suggeriscono figurativamente la mediterranea origine del prodotto. Se, quindi, i simboli del linguaggio iconico utilizzato, ossia l’italica Cerere con il suo fascio di spighe dorate, il giallo dei campi, il blu del cielo e del mare sono tutti elementi che concorrono a rievocare il luogo di produzione, il linguaggio verbale, ossia i grandi e vistosi caratteri tipografici “Giovanni Di Cola & Figli” e “TERMINI IMERESE (SICILIA)” , ne attesta l’identità e ne certifica l’origine.
La ormai anacronistica ma simpatica dicitura “Motori Elettrici e Gas”, posta un rigo sotto, sottolineava la natura altresì innovativa e moderna dello stabilimento industriale: un pastificio per il quale la ricerca di equilibrio tra tradizione e innovazione costituiva la mission fondamentale.
Ulteriori elementi figurativi, posti ai lati dell’immagine, rendono particolarmente gradevole ed elegante l’etichetta. Si tratta di monete antiche dorate e stemmi nobiliari ai quali è affidato il compito precipuo di esaltare la storicità e l’antica tradizione alimentare del pastificio; antica vocazione ulteriormente sottolineata dall’esplicitazione dell’anno di fondazione: “Casa fondata nel 1861”. Inoltre le scritte in inglese “from Italy”, posta in basso a destra, e in italiano “esportazione prodotti” attestavano la presenza del marchio Di Cola anche sui mercati esteri.
I prodotti dello Stabilimento di paste alimentari di Termini non sono più sul mercato da oltre 50 anni; a ricordarne la produzione restano ancora poche etichette e serigrafie, acquistabili anche su E-bay, e qualche esemplare di packaging, ossia delle eleganti scatole dorate contenenti ¼ di kg. di “Pastina extrafina” caldamente consigliata per le sue proprietà nutrienti, “alle persone deboli, ai fanciulli delicati, ai convalescenti, ecc.”. E, infine, resta anche l’antico Mulino Di Cola di via Libertà per il quale ci auspichiamo venga accolta la richiesta di vincolo inoltrata ben 7 anni fa alla Soprintendenza BB.CC.AA e all’Assessorato Reg.le BB.CC.AA dalle associazioni “Sicilia Antica” e “Architetti Termitani”: una richiesta di vincolo tesa a proteggere l’opificio da facili speculazioni edilizie, “affinché – come si legge nella richiesta - possa mantenere inalterata la sua dignitosa struttura industriale, magari per essere trasformata in un Museo delle Paste Alimentari, coniugando in modo congeniale la salvaguardia di tale “monumento” con una attività che lo rilanci e lo faccia rivivere.
E intanto, pur versando in un totale stato di abbandono, il vecchio mulino continua a ricordarci la grande vocazione di Termini nel settore delle paste alimentari: una città che ancora agli inizi del secolo scorso contava più di 30 pastifici.
Anna Casisa

Pubblicato su Espero, Rivista del comprensorio Termini-Cefalù-Madonie, il 01 Novembre 2008

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